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Street fighter, un gioco da cui è partita anche tutta una serie di cose correlate come molto merchandising; tra cui anche un film………………. cioè…………… se si può definire tale una merda del genere. Ma non sono qua parlarvi di film bensì del videogioco:
All’epoca ero molto appassionato al genere dei picchiaduro, e perché ero appassionato? Grazie proprio a Street fighter, che è stato sotto tutti gli aspetti il capostipite di questo genere, anche se non si può definire veramente il “capostipite”, ma è stato comunque il rilancio di questo modo di vedere i giochi di combattimento; in un’epoca in cui spopolava tra tutti il genere dei picchiaduro a scorrimento orizzontale, un gioco tra tutti è proprio Double Dragon.
Se ci avete mai fatto caso, nelle sale giochi però non si incontrava mai Street fighter 1, ma c’era sempre Street fighter 2, questo perché l’1 è nato nell’ 87 e a riguardarlo oggi……………………. era veramente brutto, tecnicamente molto limitato, come del resto lo era anche Street fighter 2. Che però deve il suo successo ad altre caratteristiche: Come la grafica, che per l’ epoca non si era mai vista; i personaggi erano molto vari, poi lasciamo perdere che le mosse erano uguali per quasi tutti i personaggi. Però il gioco è riuscito benissimo nel suo intento, quello di entrare nella testa di ogni videogiocatore e nella storia, infatti non esiste nessuno che non abbia messo le mani su questo titolo, e sfido chiunque a confessare di non conoscere Street fighter. Tanto che all’epoca si diceva: “è un gioco alla Street fighter”, non si usavano termini quali “picchiaduro ad incontri”, anche se quel titolo non c’entrava nulla con la Capcon. Esattamente come ogni “platform” era un gioco alla Super Mario
Che poi questo Street fighter è stato prolifico quanto Super Mario, o comunque siamo li, di giochi usciti sotto il nome di questa saga ce ne sono davvero tanti, che sono andati sempre a crescere sotto il profilo della qualità grafica, ma soprattutto sono molto migliorati in velocità; perché mi ricordo che in Street fighter 2 c’erano dei cali di frame che a rivederli viene la pelle d’oca: quando facevi l’ Hadoken, la sfera di energia, questa, che non aveva una trasparenza sua, per risultare trasparente appariva e scompariva mandando completamente a puttane tutto il Frame rate………………. Immaginatevi se ne venivano lanciate due contemporaneamente. D:
Poi subito dopo è uscito Street fighter turbo, proprio per rimediare a queste mancanze. O comunque tantissimi altri titoli venuti dopo che hanno trasformato la saga in un gioiello di grafica, almeno fino a che non si sono messi in testa di farlo in 3D. Infatti c’è stato un periodo in cui il 3D spopolava da tutte le parti e così fu anche per la saga di Capcom. Il primo Street fighter in 3D era una cagata, infatti non se lo ricorda nessuno: tutta la velocità che il gioco aveva acquisito negli anni viene buttata al cesso dalle tantissime limitazioni del 3D, infatti subito dopo ne sono uscite diverse versioni anche 2D per cercare di rimediare. Però col passare del tempo si sono affinate le tecniche e così sono usciti degli Street fighter 3D nuovi che andavano decisamente meglio; certo stiamo parlando di giochi che non hanno la profondità che ha un Tekken, non ci sono diecimila combo da eseguire, però sono giochi che fanno leva su una buona capacità di reazione, sui riflessi e anche sulla memoria per eseguire le mosse di più personaggi. Anche se il titolo che mi ha fatto innamorare di questa saga: Street fighter 2, aveva pochissime mosse per ogni personaggio.
Ma la cosa fica di questo Street fighter era anche che a combattere non c’erano due esperti di arti marziali, con la tutina di diverso colore o con i capelli diversi per distinguerli, i personaggi erano fortemente caratterizzati anche in quelle che erano le loro mosse, le loro caratteristiche: Tra tutti ricordiamo Blanka, questo personaggio completamente verde con i capelli rossi che lanciava scariche elettriche e azzannava sulla testa gli avversari. Ci stava Honda il lottatore di sumo che riusciva a muovere le mani molto velocemente e non ho mai capito come riusciva a buttarsi a pesce e riuscire a volare. C’era Chun li, la ragazza cinese che combatteva in mezzo ai polli, che tirava i calci alla velocità della luce. Insomma, era un gioco che dava la propria identità a ogni personaggio, non si limitava a cambiargli il colore della tutina. Ecco perché questi sono personaggi che sono entrati nell’ immaginario collettivo.
Ecco tutto quello che penso di Street fighter, spero che vi sia piaciuta e alla prossima
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